Ogni città ha vie e piazze i cui nomi diventano col passar del tempo
usuali per i suoi cittadini, vuoi perché rappresentano i luoghi più importanti,
vuoi perché sono intitolate a personaggi che hanno fatto la storia dell'Italia
ma, soprattutto, quella della città dove viviamo testimoniandone gli aspetti
legati al suo sviluppo economico, culturale e artistico. Spezia, o meglio La
Spezia, come qualsiasi altra città d'Italia e del mondo, ha vie e piazze in cui
i suoi cittadini, nel bene e nel male, amano identificarsi. Luoghi che se
cambiassero nome non sarebbero più gli stessi perché, da quando siamo nati, si
sono sempre chiamati così e così dovranno continuare a chiamarsi. Questo è un
piccolo viaggio, senza alcuna pretesa, nei luoghi usuali e cari agli spezzini.
Viale Nicolò Fieschi o, come meglio aggrada allo spezzino, via
Fieschi, parte dall’incrocio con viale Amendola collegando La Spezia con il
territorio comunale di Portovenere. Nel suo tracciato, che si sviluppa per buona parte in corrispondenza di quella che viene
denominata la via “Napoleonica” in quanto pensata da Napoleone che intravedeva
già in questo territorio potenzialità di tipo militare riprese in seguito da
Cavour, viale Fieschi, costeggiando per buona parte l’Arsenale
Militare, attraversa i borghi di Marola, Cadimare, Fezzano, Le Grazie per poi
arrivare giustappunto nel territorio di Portovenere. Percorrendola si può ammireare, per buona
parte del tragitto, la bellezza del Golfo dei Poeti. Viale Fieschi per lo
spezzino è anche ricordata, tra l’altro, per essere la via ove è edificato lo
Stadio Comunale Alberto Picco teatro delle gesta della squadra di calcio locale.
Chi era
Nicolò Fieschi?
Il Conte
Nicolò Fieschi nacque a Genova nel 1230, abile politico arrivò a crearsi un
vasto dominio nel levante ligure con capitale a La Spezia ove si fece erigere
un palazzo ed un castello. Varese e Brugnato per spingersi verso il mare a Levanto e nella
Lunigiana fino a Pontremoli e Sarzana dove entrò in contrasto col Vescovo di
Luni Guglielmo.
Il suo dominio spaziava nei borghi dell’Alta Val di
vara ossia
La sua
potenza infastidì non poco Genova la Superba che armò una spedizione capitanata
da Oberto Doria che, nel 1273, pose fine
al ventennio di dominazione dei Fieschi in buona parte del levante ligure.
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